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Luzzati! Ho scritto Luzzati non Luttazzi, ignoranti!

Dopo un sagacissimo titolo che mi varrà probabilmente sei mesi di reclusione per delitto al buon gusto, passo subito a parlarvi di un’amena serata che ho passato ieri all’Arsenale di Pisa. L’Arsenale è un cineclub seminascosto vicino al Lungarno in cui alla modica cifra di tre Euro ci si può sollazzare con la visione di un paio di film di fila. Ieri sera, in particolare, c’era in programma la proiezione di nove cortometraggi di cartoni animati di Luzzati.

La prima cosa da dire riguarda proprio l’etichettatura di “cartoni animati”. In taluni contesti, e in bocca a talune persone, queste etichettatura è stranamente dispregiativa. Nel senso che si minimizza il valore o la serietà di quello che si guarda definendolo roba per bambini. Non può essere arte, solo becero intrattenimento infantile. In questo caso la definizione è però neutra e descrittiva: quelli di Luzzati erano veri e propri cartoncini dipinti che si muovevano su sfondi disegnati e decorati dallo stesso autore. Se di arte lo stesso Luzzati aveva poca voglia di parlare, di sicuro questa tecnica realizzativa gli ha comunque riservato un posto d’oro all’interno dell’animazione moderna.

Certo, digerire questa tecnica espressiva, soprattutto oggi (ma anche negli anni ’60 e ’70, non vi credete), è difficile. In particolare spesso sembra di assistere al rimpiazzo russo “Lavoratore e Parassita” dei mancanti Grattachecca e Fichetto al Krusty show. E in effetti tale tecnica espressiva, se privata dei propri contenuti sia meramente pittorico-artistici che di contenuti musicali e di sceneggiatura, non è altro che la parodia presente nei Simpson. Patetica, nè più nè meno. Fortunatamente Luzzati, nel suo sodalizio con Gianini, è riuscito spesso ad andare oltre (basti vedere la fortissima carica satirica, presente ad esempio nel Duetto dei gatti). Tuttavia questo è avvenuto spesso, ma non sempre.

Di sicuro il massimo della coppia Luzzati-Gianini è stato raggiunto con l’omaggio a Puccini (che rima!). Il comparto realizzativo tecnico è nel suo apice espressivo, con dei disegni magistrali che riescono a portare in colori e immagini al limite della perfezione le note della Gazza ladra (in assoluto il miglior corto di sempre di Luzzati) e altre arie rossiniane. Anche il personaggio di Pulcinella, ricorrente in Luzzati, convince. Il punto più debole di una trilogia di assoluto valore è forse L’italiana in Algeri.

In tali corti si può notare anche una delicatissima poetica contro il potere che animava le opere di Luzzati. D’altronde la figura di Pulcinella è inequivocabile. Tuttavia la forma espressiva riesce sempre ad essere lieve e delicata, e la critica sociale a tutti gli artifici che potere e denaro pongono a corruzione del genuino animo egalitario dell’uomo non inficiano per nulla la godibilità dell’opera. Che rimane leggera, universale ed eterna, sempre in grado di parlare a chi ha un’anima piccola e attenta a godere le semplicità e le bellezze della vita. Anche in questo caso la gazza ladra riesce a colpire meglio dove il Pulcinella rimane più rigido e meno felicemente espressivo: il nero cavalcare dei carabinieri non può nulla contro la parata di colori dei cavalieri medievali.

Ho accennato a un comparto tecnico “perfetto”. E’ bene notare che tale perfezione non viene minimamente iscritta nei canoni estetici dell’animazione classica occidentale, quella alla Disney, per parlarci chiaro. Sebbene alcuni critici in sala ieri citassero Melies, con il quale vedo ben pochi punti in comuni (dacchè il francese era il prototipo proprio del cinema commerciale e dell’effetto speciale perfetto, non facciamoci ingannare dal tempo che è passato!), tale animazione è più inscritta a doppio giro con un filone ben più anarchico. Mi riferisco di certo da una parte alla stop motion artistica, lontana da Harryhausen e vicina a Selick. O, se di origini si vuol parlare, si vadano a vedere Le avventure del principe Achmed, di Reiniger.

Guardando invece che cosa Luzzati ha lanciato nel cinema, si può gettare un’occhio alle citazioni che di sicuro Terry Gilliam nei suoi Monty Python (particolarmente in E ora qualcosa di completamente diverso) ha nascosto nelle animazioni delle svariate collezioni di cortometraggi di cui si è fatto carico. Inoltre, come contemporaneo ed erede italiano di Luzzati, io non citerei il nominato della serata scorsa (Totò sapore, film che ha ben poco sia in comune che da dire), ma bensì Bruno Bozzetto, che ora come allora rappresenta un filone più anarchico della bella animazione italiana underground.

Concludo con le note negative che ho lasciato accennate qualche paragrafo fa. Ovvero altre serie di corti che sono stati prodotti negli anni da Gianini e Luzzati. In particolare quelli visionati ieri, prodotti da una televisione della Svizzera. Tali cortometraggi rendono esplicito come, a una più povera fase di scrittura e di composizione musicale, anche il versante espressivo risulta impoverito e decisamente meno magico. Delle fiabe si salvano parzialmente I tre fratelli e poco altro come Alì Babà, mentre episodi come quello de La donna serpente o de La palla d’oro abusano fin troppo della sospensione dell’incredulità fino a che l’incantesimo non si rompe.

Comunque sia, Luzzati rappresenta una visione insostituibile nel panorama della storia dell’animazione italiana. In molti possono felicemente farne a meno, ma se vi riconoscete nel profilo di una certa sensibilità per quello che di artistico possono fare la mani dell’uomo fatevi un favore e non perdetevi questa collezione di corti.

Saluti,

Michele

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4 Responses to “Luzzati! Ho scritto Luzzati non Luttazzi, ignoranti!”

  1. On 16/12/2009 at 23:19 Maghetta responded with... #

    :’) il prof di grafica al primo anno ci fece vedere un paio di corti,
    tra cui “La gazza ladra” e “Duetto dei gatti”..ora non ricordo se uno facesse parte dell’altre come capitolo.
    Ma ricordo molti borbottii qua e la tra gli studenti..
    Però non mi stupisco vista la sensibilità a grado 0 che c’era in quella classe.
    Quando ci si metteva il prof tirava fuori da farci vedere delle vere perle.
    Mi hai fatto venire voglia di riguardarli tutti :)

  2. On 06/02/2010 at 16:38 Adriana responded with... #

    A parte il fatto che c’è una svista iniziale – là dove scrivi Puccini invece di Rossini – è alla trilogia rossiniana che poi ti riferisci correttamente.. quindi transeat. Non è la prima volta che si dice Luttazzi per Luzzati: ignoranti, sì!!! Bravo che lo sottolinei! ..il trascendente col soprannaturale! :( ((
    Sono molto contenta che si parli delle animazioni di Luzzati, che gli sono valse ben due nominations all’Oscar, come certo sai.
    E, come certo sai, l’attività artistica del Nostro si esplicò in molti altri campi: ceramica, illustrazione, e poi scenografia e costumi… soprattutto.
    Ora, visto che di questo si parla, vorrei segnalare, appunto a Pisa, da dove mi sembra di capire che tu scriva – la Mostra presso la Fondazione Cerratelli, a San Giuliano di Pisa, che è la terza ed ultima nell’arco di tre anni, e contemporaneamente un’altra presso il Museo della Grafica, a Palazzo Aldobrandini, se ben ricordo.
    Entrambe sull’opera di Luzzati, naturalmente: costumi teatrali, alla Fondazione, e grafica, disegni, bozzetti, al Museo.
    La prima sarà aperta sino alla fine di aprile, la seconda solo fino a marzo
    ( da verificare le date ): lo so bene perché ho visto le prime due, ed intendo venire per queste altre, prima della loro chiusura.
    Non abito a Pisa, e sono ormai vecchiotta, ma, se c’è qualchecosa che ancora seguo, è tutto quanto si fa per ricordare Luzzati.
    Purtroppo, non la grande mostra “Fantasie”, recentemente aperta per un mese a Roma, all’Auditorium di Renzo Piano – Parco della Musica..
    Conosci il Museo a lui dedicato a Genova, Porta Siberia, vero?
    Proprio il 28 u.s. c’è stato un incontro là, al Museo, per ricordarlo nel terzo anniversario dalla morte, con proiezioni di animazioni, non solo sue, ed amici, fra cui Attilio Valenti ( A.S.I.F.A. ).
    Puoi trovare il Museo Luzzati anche su FB.
    Se vuoi, io ci sono come come Adriana B. Ferrari.
    Spero tu contribuisca a divulgare ancora molto altro su questo straordinario Maestro.
    Grazie. Un’appassionata
    Adriana

  3. On 06/02/2010 at 16:58 Adriana responded with... #

    Ho controllato: Palazzo Lanfranchi ( NON Aldobrandini.. uff! ) è la sede della Mostra sulla Grafica di Luzzati, e sarà aperta sino al 21 marzo, mentre confermo quella presso la Fondazione Cerratelli sino al 30 aprile.
    Scusa e grazie ancora. A.

  4. On 07/02/2010 at 15:15 Michele responded with... #

    Grazie mille per il commento e, soprattutto per la doppia segnalazione, che vedrò di spargere quanto più posso. Le mostre mi erano note per via della presentazione dei corti all’Arsenale di Pisa a cui ero presente, ma non avevo fatto in prima persona la segnalazione.
    Per il lapsus: grazie e a questo punto mi guardo bene dal correggerlo nel testo: che la mia cialtroneria rimanga palese a tutti!
    Per il divulgare… Lo farò volentieri se capiterà l’occasione, ma la parola “pianificare” in Five Obstructions è qualcosa di assolutamente inattuabile :D
    Grazie ancora, saluti,
    Michele

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