Ritratti & Interviste

L’intruso – Parte prima

Apro con questo post la sezione delle interviste ad ostacoli di FiveObstructions. Ovviamente qui abbiamo una reputazione di scelte folli da difendere e quindi non potevo per nessuna ragione al mondo avere una sezione di interviste con i soliti, banali, triti botta e risposta con registi e sceneggiatori. Ahhhh che grigiore! Che squallore!

Le istruzioni per l’uso di questa sezione sono semplici: individuerò di volta in volta un lavoro meritevole di attenzione e ne farò una recensione dedicandoci un post. L’autore dell’opera (o semplicemente chi ne era coinvolto nella produzione e mi considera, quindi in genere intervisterò buttafuori e bidelli) avrà il giorno dopo a disposizione un intero post per ribattere alle mie considerazioni e per esporre le idee che stanno alla base della sua creazione e di quello che intende per arte cinematografica.

Date le istruzioni siamo pronti a partire con la prima intervista, che riguarda il corto “L’intruso” ad opera di Nicola Martini.

Questo corto mi è piaciuto, ragion per cui comincerò parlando dei suoi difetti. Innanzi tutto la scelta della camera a spalla mi pare che sia un espediente necessario, ma a tratti per nulla efficace. In un paio di inquadrature è evidente che l’utilizzo di una camera fissa sarebbe stato molto più ragionevole e la scelta fatta non pare giustificabile da ragioni stilistiche, sembra quasi fatta per non sapere come effettuare la ripresa.
Inoltre il comportamento dell’intruso all’inizio sembra del tutto senza senso, come se fosse stato detto all’attore di fare come gli pare, libero da qualsiasi indicazione di sceneggiatura. E’ una mancanza piuttosto straniante, che porta lo spettatore a chiedersi se per caso quello che succede ha un senso oppure no, senza che questa ambiguità sia indotta sapientemente dal regista con dei tratti surreali.
E’ infine proprio la parte introduttiva della sceneggiatura a non convincere, con anche alcuni passi forzati (ad esempio il nascondersi del protagonista a un certo punto) dovuti si a una mancanza di mezzi, ma che potevano a mio avviso essere evitati.
Numerosi sono però i pregi. A partire dal fatto che il film è, pur nelle sue ristrettezze fotografato molto bene. La scelta dell’assenza di dialoghi è a sua volta coraggiosa e ben messa in scena: non si avverte nemmeno per un secondo il bisogno di parole.
Coraggioso è anche avventurarsi in una produzione del genere e di genere quando il sentore comune del panorama italiano dei film a basso budget punta sul “non prendiamoci troppo sul serio”. Spesso lo si fa per scelta obbligata: se non ci sono i mezzi è più facile esasperarne la mancanza.
L’intruso invece va fino in fondo, con dei richiami, non sono sicuro quanto espliciti ma che riferiscono a un sottotesto comune al Following di Nolan (che presto sarà parte di una variazione) e al Marebito di Shimizu.
Martini mi pare un regista promettente, che mi risulta più digeribile e originale dello Zuccon della casa sfuggita, recensita qualche settimana fa.
3 / 5

A loro la parola adesso.

Michele

PS: [UPDATE] Risposta alla recensione.

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3 Responses to “L’intruso – Parte prima”

  1. On 09/11/2008 at 18:24 maghetta responded with... #

    Intrusi eh? Introdursi…intrusarsi..impicciarsi… o_O mmh?
    Impicciamoci, yawol xD

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