Ritratti & Interviste

L’Intruso – Parte Seconda

Ecco la seconda parte dell’intervista a Nicola Martini, ovvero la sua risposta alla mia recensione. Buona lettura!

Macchina a spalla. Macchina a mano. Non c’è differenza, l’importante è il movimento. In movimento. Non avrebbe avuto senso girare tutto il film con camera a mano e poi mettere qualche inquadratura a macchina fissa, trovo che sia un errore comune e io non l’ho voluto fare. Il corto funziona anche senza inquadrature fisse, accadamiche e forzatamente fighe.
Non è solo una scelta stilistica totale, quella della camera a mano, ma anche e soprattutto ontologica in funzione di un cinema realista: non c’è mai stasi, se ci fosse sarebbe nell’inquadratura e dell’inquadratura, una fotografia (assenza di movimento: morte). Nell’intruso non c’è morte, ma solo erranza allentata da parte dei personaggi (il ladro che lentamente si guarda intorno, attraversa lo spazio, registra la realtà intorno a se, è spettatore più che agente egli stesso di uno spazio nuovo, il vecchio che viene documentato nei suoi noiosi tempi morti); immagini ottico sonore pure direbbe Deleuze.
Ho “pedinato” il vecchio durante la sua vita mattutina, durante la sua “erranza” nel bosco, in paese, gli sono stato accanto senza giudicarlo dal punto di vista visivo (l’aspetto sonoro, fondamentale, è un altro discorso), come se fosse un documentario sulla giornata tipo di mio nonno. L’intruso invece l’ho sempre voluto inquadrare da una soglia (della sala da pranzo, delle scale, della camera da letto) e solo alla fine, poco prima del ribaltamento narrativo, ho cercato di operare anche un ribaltamento di sguardo: ho smesso di pedinare il vecchio e per un breve e conclusivo tratto ho pedinato l’intruso.
Riconfermo il ruolo fondamentale dell’aspetto sonoro/noise che determina, ovviamente, un cambiamento di senso e di vettorailità dell’immagine. Mi sembrava interessante (forse è solo una mia ossessione), far incontrare una messa in scena e uno stile di ripresa molto realista e quasi documentaristico con un uso del suono quasi industriale.
In realtà l’assenza di dialoghi a mio avviso è un punto debole, non perché ci debbano essere per forza ma perché dal punto di vista strettamente drammaturgico avrebbero contribuito a rafforzare l’aspetto realista del film. Ma ormai quel ciò è fatto e di certo il “non prendiamoci troppo sul serio” non è mai stato preso in considerazione. Ne mai lo sarà.

Ciao,
Nicola

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2 Responses to “L’Intruso – Parte Seconda”

  1. On 09/11/2008 at 18:36 maghetta responded with... #

    A che cinema? *firulì

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