L'Arte secondo FO5

Dante Alighieri e il movie network criticism

Qualche settimana fa ho partecipato a un interessante simposio parallelo a una delle conferenze dell’inutile network science a cui dedico il mio  tempo libero tra un aggiornamento di Five Obstructions e l’altro. Questo simposio era particolarmente interessante perchè era dedicato alle contaminazioni tra network science, umanesimo, arte e letteratura. Basta leggere la mia recensione di Primer per avere più o meno un chiaro quadro su come io consideri queste contaminazioni informatiche nell’arte (riassunto: mi piacciono).

La mia presenza in tal luogo era dovuta a un lavoro dal titolo “The Social Network of Dante’s Inferno”. Sì, avete letto bene. Io e i miei colleghi abbiamo costruito una specie di Facebook della Divina Commedia, in cui i personaggi vengono collegati a seconda di quanto e quando parlano a Dante, Virgilio e tra di loro lungo i canti dell’Inferno. A questo livello vengono aggiunte altre informazioni quali la fazione politica dei personaggi, la pena inflitta loro da Dante, aspetti linguistici del canto in cui sono presenti e molti altri dati. Lo scopo: mettere in un unico modello visivo e informatico una mole di informazioni interconnesse tale da non poter essere analizzata a mente da nessuno studioso. Tale rete di dati, rappresentata e sviscerabile da strumenti informatici maneggiati da chiunque sia interessato alla materia, può far emergere connessioni e pezzi di conoscenza su cosa aveva Dante in mente durante la redazione del suo capolavoro.

Ed ecco un’immagine del livello più basso, i dialoghi, della rete sociale (un click per ingrandirla):

Il motivo di questo post va però oltre l’autocompiacimento per questo piccolo lavoretto. Vi voglio infatti parlare principalmente di un altro articolo, che non ho fatto io, ma che ho avuto il piacere di apprezzare in questo simposio. Questo lavoro è “Network Criticism – A New, Crossdisciplinary Paradigm for the Criticism of Dramas, Movie Scripts and Literature” di Michael Schober, Paul Willems e Johannes Putzke. Qui potete trovarne l’abstract in inglese.

Ciò che sta alla base di questo lavoro non è molto diverso dalla mia introduzione su Dante. Ovvero creare reti sociali basandosi sui dialoghi nei copioni dei film: due personaggi vengono collegati se si scambiano almeno una battuta nel film. Tuttavia in questo caso non vengono aggiunte informazioni supplementari nella struttura a rete.

(Un filmato di creazione dinamica della rete).

Invece gli autori si dedicano ad applicare questo approccio in maniera metodica. Queste reti vengono create per decine di film, cosa che è ovviamente impossibile da fare con un’opera fatta e finita come la Divina Commedia. Gli autori disegnano le mappe di interazione di decine di film tra cui Babel, Pretty woman, Burn after reading e compagnia bella.

L’idea che sta dietro a un progetto del genere è quello di trovare correlazioni tra alcune statistiche della rete e il genere del film, oppure l’accoglienza che il pubblico gli ha riservato (la cui approssimazione è il box office, ma anche qui può venire in aiuto la network science con interessanti analisi degli aggiornamenti su Twitter). Riassumendo, questa è una visione a rete della critica cinematografica e letteraria che mette a disposizione nuovi paradigmi e strumenti nell’approcciare l’interpretazione, la lettura e, perchè no, la costruzione di un film. Insomma, questo lavoro è il primo mattoncino per la ricerca di strutture comuni, ricorrenti in trasversale nel cinema e tipici di un particolare genere o autore (interessantissime le strutture comuni ed esclusive dei fratelli Coen…).

Continuate a tenerla d’occhio questa network science e questa informatica. Tra qualche decennio i suoi massimi esponenti saranno quello che oggi sono Wittgenstein e Leibniz.

Saluti,

Michele

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