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Power Point Galore

Un post veloce veloce che avrebbe fatto la gioia del me stesso che blaterava tempo fa riguardo le nuove frontiere che i mezzi di espressione moderni portano di fronte a chi ha abbastanza inventiva per sfruttarli. E, se non ve lo ricordate, ecco il link.

Questa volta tocca alle tanto amate/odiate presentazioni in Power Point. O qualcosa del genere: il cugino “cloud” creato (guarda caso) da Google. Sta di fatto che l’azienda di Mountain View ha ben deciso di farsi un po’ di pubblicità assoldando tre artisti che, da luoghi diversi, hanno messo insieme 450 slide. “Embè?” direte voi. Beh ecco il risultato, un piccolo pezzo d’arte pubblicitaria:

Intendiamoci: niente di più, artisticamente parlando, di una bella accozzaglia di effetti speciali al soldo del Marketing con la M maiuscola. (Riuscirà mai Google a fare qualche cosa che non sfoci per loro in una furbissima trovata pubblicitaria? Beh, l’ovvia risposta è no, visto che loro ormai sono tutto. Lo stesso discorso vale anche per l’ormai scaduto Chrome for a cause).

Tuttavia è anche questa un’altra piccola frontiera dell’animazione. Il fatto che questo video sia solo simpatico e nulla più non vuol dire che qualcuno non possa tirarci fuori qualcosa di ottimo. D’altronde gli strumenti d’animazione messi qui a disposizione sono ben lungi dall’essere general purpose. Vi è un riciclo del linguaggio powerpointesco: grafici a torta, trend line e le ormai celeberrime bullet list. E, per dirla con Edward Tufte (lui sì, grandissimo esperto di comunicazione, mica come il sottoscritto, nemmeno degno di sciogliergli il legaccio del sandalo):

There’s no Bullet List like Stalin’s Bullet List

Lettura consigliatissima (almeno per i pochi sfortunati che hanno a che fare con presentazioni in Power Point nella loro dunque triste esistenza): The cognitive style of Power Point. Edward Tufte ne sa a pacchi di cose del genere, mica come quel talebano di Jakob Nielsen.

(Un click sull’immagine per guardarla a dimensione originale: ne vale la pena, pigroni!)

Uno che idee come quella dietro il video di cui sopra le saprebbe sfruttare è certamente lo Scott Adams di Dilbert. E direi che non c’è modo migliore di chiudere questo post con una piccola carrellata di sue strisce dedicate al profondo e complicato rapporto di odio/odio che lega noi tutti a Power Point. Amen.

Saluti,

Michele

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