Pop o Popcorn?
Infiltrazioni, contaminazioni, connessioni, interferenze, ammicchi, richiami e citazioni. Il rapporto tra il mondo della celluloide e quello del vinile è da sempre caratterizzato da una moltitudine di possibili relazioni e sfaccettature. D’altronde se così non fosse il buon Michele non mi pagherebbe il mio stratosferico stipendio. E io sarei povero, E voi avreste un’esistenza un po’ più triste. Forse. Comunque, tornando a noi, mentre il capo si dedica a film riproposti con altri medium dal medesimo regista o autore, io voglio scandagliare con il mio scandagliometro (con cosa si scandaglia? boh!) varie tipologie di relazione tra un film e una canzone. Film che si intitolano come canzoni. canzoni dedicate a film, film che parlano di film mentre il protagonista canta una canzone ispirata ad un film che ha nei titoli di coda una canzone di un altro film. Insomma…un gran casino! Meno male che ci sono io a darvi una mano ad orientarvi.
Detroit Rock City – The Kiss: Questa bella canzone dei Kiss ha dato titolo, ispirazione, senso e motivazione all’omonimo film del 1999, in cui 4 ragazzotti americani affrontano mille peripezie per riuscire ad arrivare ad un concerto dei loro beniamini mascarati. Comanda la musica in questo caso, per un inno al rock and roll più disimpegnato e festaiolo che ci sia.
Another Brick in the Wall – Pink Floyd: Citare una sola canzone di The Wall è ingiusto, lo so. Ma questo pezzo ne è diventato l’omniconosciuto inno e cito lui per parlare in realtà di tutto il progetto. The Wall, infatti, nasce subito come opera totale, prevedendo sin dall’inizio uno spettacolo “teatrale” dal vivo, un film ed un disco. Il rapporto tra musica ed immagine è qui legato come non mai. Basta pensare alla marcia dei martelli e a tutte le altre animazioni presenti nel live e nel film. Scene che sono rimaste indelebili nell’immaginario collettivo di quelli che possono alzare la mano e dire “Presente!” oppure “Peccato che non ero presente!”
The prisoner – Iron Maiden: Il rapporto si inverte e questa volta è il cinema, anzi la televisione, ad ispirare il mondo della musica. La canzone, contenuta nel famoso “The Number of the beast”, è infatti dedicata alla nota serie televisiva inglese “The prisoner”, in onda verso la fine degli anni 60. Nel testo della canzone vengono anche citate frasi tratte dalla serie, tra cui lo storico “Not a number! I’m a free man!”.
Mio fratello è figlio unico – Rino Gaetano: la famosa canzone di Rino Gaetano, che io ho scoperto nella bella versione postmoderna degli Afterhours, è stata ispirazione per il film del 2007 di Daniele Lucchetti che, molto sinceramente, non ho mai visto. Mi dicono (anzi siamo sinceri: mi dice Wikipedia) che sia un film su due fratelli ambientato negli anni 60/70. Direi quindi che il rapporto con la canzone è evidente, anche se io lo ignoro non avendolo mai visto.
Metropolis – The Dream Theater: il notissimo film muto di Fritz Lang ha da sempre colpito l’immaginario dei nostri amati musici. Dopo che nel 1984 i Queen decidono di ispirarsi a questa pellicola per il video di Radio Ga Ga, nel 1992 i Dream Theater gli dedicano la loro canzone più famosa “Metropolis, part 1″, dal disco Images and words. E pochi anni dopo fanno il bis, con la seconda parte della canzone, titolo addirittura dell’intero album. L’intro del pezzo è storica e con un crescendo molto cinematografico, riassume perfettamente lo stile della band: ipertecnico, precisissimo. evocativo.
L’ultimo bacio – Carmen Consoli: il rapporto tra la stupenda
ballata di Carmen Consoli ed il raccapricciante film di Muccino è
semplicissimo: hanno lo stesso titolo e la canzone è l’unica cosa
decente del film. Passo e chiudo.
Sapore di Sale – Gino Paoli: Sapore di sale, sapore di mare, che hai sulla pelle che hai sulle labbra. Dalla seconda frase di questa storica canzone del Gino nazionale, viene preso il titolo per uno dei film simbolo della nostra società (?): quel Sapore di Mare di Vanzina che è specchio nostalgico della swinging Versilia degli anni 60. Tra Vespe, spiaggie e la pista da ballo della Capannina salta fuori un fantastico Jerry Calà che, al grido di “per quest’anno non cambiare vengo al mare per ciullare”, si guadagna la stima imperitura di tutti noi. Chapeau.
John Holmes – EELST: Elio e i suoi amichetti sono dei noti amanti del porno. Tutti noi ricordiamo la loro partecipazione alla pellicola “Rocco e le storie tese” e questa bella canzone dedicata ad un altro divo del porno. John Holmes una vita per il cinema, John Holmes una vita per la moto. Insomma 30 cm di dimensione artistica. Su di ciò la critica è concorde nel ritenerlo sudicio. In questo finir di playlist mi sento di unirmi agli Elii in un grido di speranza: w il film muto e viva il film “m”!