Exit Music (for a Film)

Non si esce vivi dagli anni ’80

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La bella variazione di “buana Mighele” questa settimana ci parla di film che sono seguito o rifacimento di film anni ’80. Insomma ha scoperto anche lui che l’amore passa e l’herpes è per sempre. Da parte mia vi posso dire che la musica anni 80 è da sempre una delle mie grandi e malcelate passioni: gli anni 80 sono cialtroni, ignoranti, pacchiani ed ambigui. Ed è per questo che li adoriamo! Quindi mentre ci districhiamo tra parrucche, tute di latex, spalline e permanenti…ecco a voi le migliori cover post 2000 di canzoni anni 80!

  • “Tainted Love” – Marylin Manson (Soft Cell): il bravo Mariolino Manson ha sempre mostrato una grande classe nello scegliere le cover…ricordiamo la sua bella versione di “Sweet Dreams”, la pregevole cover di “Personal Jesus” ed anche la rutilante versione metal di “You spin me right round”. Ma tra le divagazioni anni 80 di Manson vogliamo privilegiare la cover di questo storico pezzo dei Soft Cell (che a sua volta è una cover di un pezzo anni 60, com’è strana la vita!) perchè, a nostro parere, è il più eighty di tutti: è un pezzo tainted di nome e di fatto e quegli anni, decadenti come pochi altri, sono tainted per definizione.
  • “Tell me why” – Supermode (Bronski beat) : i due produttori house Steve Angello e Axwell decidono di ripescare uno dei riff più famosi della storia del synthpop (Smalltown boy) e uno dei testi più gay-friendly che gli anni 80 abbiano visto, nonostante ne abbiano visti tanti (Why?). Insomma due pezzi storici dei grandissimi Bronski Beat mescolati, mashati e mixati in una delle hit più incendia-pista di tutto il 2006. Fate conto che io ogni volta che entra la cassa mi commuovo. Chapeau!
  • “Reach Out” – Hilary Duff (Personal Jesus – Depeche Mode): l’ultima figa depilata del pop in ordine di tempo a dedicarsi all’abuso di Personal Jesus dei Depeche Mode è stata la biondissima ex-adolescente Hilary Duff. Poco tempo fa ci aveva provato Jamelia, con risultati agghiaccianti. Insomma presento questa canzone per sottolineare la regola aurea delle cover: avete davvero qualcosa da aggiungere all’originale? Ve ne sentite in grado? Sapete quello che state facendo? Se siete strafighe e arrapate rispondete no a tutte e e tre le domande e proponeteci un bel calendario o, ancora meglio, un porno amatoriale come la saggia Pari Hilton…che dio l’abbia in gloria!
  • “Paper Planes” – M.I.A (Straight to hell – The Clash) : Dal campione gracchiante dei Clash, dei Clash quelli d’oro, quelli di Combat Rock, viene fuori questo grandissimo pezzo R’n'B di M.I.A. Come ben sanno i miei fedelissimi io sono abbastanza allergico a hip-hop et similia, ma questo pezzo è grandioso: la rarefazione del pezzo originale è salva, con uno stridio sempre in bilico tra suono e rumore, ed è arricchita da uno stile di canto svogliato ed azzeccatissimo. Stavolta faccio tanto di cappello al mondo R’n'B: brave ragazze dai pantaloni larghi!
  • “Just like heaven” – Katie Melua (The Cure) : la brava Katie tira fuori da uno dei brani più ballabili dei ragazzi di Robert Smith una bellissima divagazione acustica e jazzata. Questa versione è dotata di un’atmosfera prodigiosa, incredibilmente dilatata ed afosa. E’ un pomeriggio di sole scottante in campagna, è una sera d’agosto al mare.
  • “Victims” – Kylie Minogue (Culture Club) : La bellissima Kylie, per quanto mi riguarda, può fare e dire tutto quello che vuole. Se domani annunciasse un duetto con Cristina D’Avena per una riedizione post-punk di “Noi puffi sian così” io correrei nel più vicino negozio di dischi a comprarne 5 copie e correrei poi in bagno pregustando il meraviglioso video sexy che ne verrebbe fuori. La mia adorata australiana, in questo brano del 2007, riprende un famoso successo di Boy George & C, con risultati apprezzabili. Si, Boy George. Si, lui. Insomma quello che ora pesa 300 kg e rapisce modelli gay. Sembra impossibile che solo 20 anni fa fosse una brillante pop-star, eh? Non si esce vivi dagli anni 80!
  • “Love will tear us apart” – Nouvelle Vague (Joy Division) : con i Nouvelle Vague si punta sul sicuro: chi ha diritto più di loro di essere inserito in questa playlist? Fanno solo cover, fanno solo cover anni 80 e le fanno pure benino. Quindi godiamoci questa digressione bossa-nova sul fantastico pezzo dei Joy Division!
  • “Tanz Bambolina” – Roby Rossini (Alberto Camerini): per chi come me si sente almeno un po’ parte di quella “generazione elettronica” che veniva prefigurata dal Computer Capriccio dell’1983, è difficile sopportare la vista di Alberto Camerini negli ultimi tempi. Questo truzzissimo remix di Tanz Bambolina è la prova che gli anni 80, in fondo in fondo, erano proprio ciò che si temeva fossero: sotto il vestito, niente.

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