Five Obstructions School of Movies
Ostacoli | Film |
Film che trattano un aspetto del fare cinema Film postmoderni |
1 - Adaptation
2 - Il caimano 3 - Effetto notte 4 - Scream |
Per quanto il mio approccio al cinema sia da spettatore che da critico sia ampiamente naif, come evidente dalle pagine che così avidamente leggete, guardare una tonnellata di film mi ha fatto, bene o male, capire molte cose su come si realizza una pellicola. Anche perché non sono rare le opere in cui tutta l’azione viene svolta, ad esempio, su un set cinematografico. O ad esso è legata molto strettamente perché tratta un aspetto vicino a quello di fare cinema: scrivere una sceneggiatura, dirigere un’opera teatrale, cercare un pio produttore. Dati film del genere ne risulta facile derivare una sorta di “manuale per fare cinema”: basta semplicemente visionarli nell’ordine giusto e ricavare da essi tutto quello che serve per mettersi dietro una macchina da presa ed aspettare il ciak. Noi vogliamo fare ben più di un manuale, vogliamo raccogliere tutti quei film postmoderni che raccontano uno degli aspetti del lavoro che sta dietro la produzione del film. Variazione di ben più ampio respiro dunque. Lustratevi le scarpe perché state per entrare nella Five Obstructions School of Movies.
1 - Adaptation
Scrivere un film partendo da un’altra opera fatta e finita è un’operazione piuttosto comune nell’industria cinematografia. Charlie Kaufman in questa sceneggiatura riesce a declinare questo aspetto in maniera assolutamente esemplare. Perchè questo Adaptation prende le sue mosse dalla parola, l’adattamento, e la analizza in entrambi i suoi significati: quello dell’adattamento in senso cinematografico e quello naturale, il mutare del proprio essere al mutare dell’ambiente in cui ci si trova.
Come un novello Bergonzoni della celluloide, Kaufman a partire dallo stesso significante riesce a creare un significato unitario, in cui scrivere una sceneggiatura significa risolvere i propri problemi esistenziali, il nostro non sentirci “adatti” al mondo che ci circonda, alla società, alle convenzioni. Un film sul malessere dal pensare troppo, che riesce a divertire e intrattenere pur nella sua estrema vena sagace, ben diverso dal pomposo e irritante Arcand del Declino dell’impero americano.
I meriti enormi di Kaufman (e citiamo ancora tra gli altri la satira sulla produzione Hollywoodiana o il riuscire a scrivere una sceneggiatura esemplare da un libro senza trama) rischiano di schiacciare la pur meno visibile regia di Jonze, più dimesso e sottinteso degli altri suoi film, su tutti il citato Essere John Malkovic.
Voto (4/5): | ![]() |
2 - Il caimano
Avere una sceneggiatura bomba tra le mani, un argomento scottante e cose da dire, vi mette in cassaforte? Ovviamente no. Nanni Moretti con questo film straordinario ci introduce ai problemi della produzione cinematografica in Italia. E lo riesce a fare in maniera pungente, senza troppi piagnistei o retoriche. Confezionando tra l’altro il suo film tecnicamente più appariscente ed espressionista.
Il caimano ha cinematograficamente i tratti della genialità. Promosso come un film su Berlusconi, è in realtà un film sull’influenza della sua figura. Non c’è spazio per lui nel film, ma solo per gli effetti che lui ha sulla realtà. Ed è stato al centro di numerosissime polemiche circa i suoi contenuti. Il tutto pre-visione, perchè una volta visto ci si rende conto che la satira non è su Berlusconi, ma su coloro che lo attorniano e lo idolatrano. Esattamente coloro che hanno fatto polemica, idolatrandolo, perchè il caimano era contro Berlusconi (geniale).
Nel caimano c’è poi molto di più. C’è la gerontocrazia italiana incapace di dire qualcosa di nuovo e di scommettere sui giovani e su chi quel qualcosa di nuovo ce l’ha. C’è la crisi della famiglia italiana, trattata con tutt’altra retorica rispetto a un ultimo bacio qualsiasi. C’è tutta una serie di contenuti e sfaccettature che chi ha la miopia e la faziosità negli occhi non è in grado di vedere. Non prima che sia troppo tardi.
Leggi la scheda del film >>>Voto (4/5): | ![]() |
3 - Effetto notte
Si potrebbe stare a parlare giorni interi di questo film e della splendida cinematografia di Truffaut in generale. Soprattutto nella scuola di cinema di Five Obstructions. Perchè Truffaut come pochi altri sa essere davvero un maestro di cinema. Non perchè particolarmente bravo, cosa che comunque è, ma nella vera accezione di maestro: colui che si siede accanto a te e ti spiega tutto (lettura obbligatoria: Il cinema secondo Hitchcock, un dialogo tra il maestro e lo stesso Truffaut).
Se una piccola lezione da questo Effetto notte la si vuole ricavare, è quella della preziosità del tutto. “Il regista è uno che si limita a rispondere a domande” o “Davvero ho fatto tutto quello? A me è sembrato di essere stata soltanto seduta” sono battute epocali che fanno intuire in un lampo che noi non siamo nulla senza gli altri. Che l’ordine dal caos, il film dal set, il senso dalla vita vera, lo si raggiunge insieme e se tutti sanno dare il meglio di sé nel piccolo che ci è concesso e che a noi sembra niente.
Per il resto è inutile stare a ricamare troppo sopra questo film. Effetto notte è uno spaccato di vita vera, coi suoi drammi e le sue risate, una ventata d’aria dal cervello al cuore che non può non lasciarvi col sorriso sulle labbra. Pronti a un nuovo “Ciak si gira”, giorno dopo giorno, sapendo dar meglio il peso alle cose che ci circondano.
Voto (5/5): | ![]() |
4 - Scream
All’inizio degli anni 90 l’horror, in particolare quello americano, era rimasto marginalmente colpito da film postmoderni. Tutto questo fino all’arrivo di Scream, un’opera in grado di rappresentare un vero e proprio spartiacque tra un prima e un dopo. Un’opera che ci aiuta a capire come, da quel momento, un film avrebbe dovuto sempre di più fare i conti con l’ira dei propri spettatori. Scream è un film fondamentalmente dalla doppia anima.
La prima è la genialità e l’originalità di trattare e catalogare tutti gli stereotipi dell’horror anni 70-80-90 e sputarci sopra con un’esplicita sfrontatezza che in pochi avrebbero avuto il coraggio di mettere in pratica. E’ stato un precursore sociale inimmaginabile, anticipando di anni i comportamenti che ha aiutato a diffondere e a dilagare tra il pubblico. Specialmente anticipando di un lustro buono l’esplosione dei tipici comportamenti online su forum e social network.
La seconda è ovviamente intimamente collegata alla prima. E’ veramente un pregio l’essere gli anticipatori della distruzione della sospensione dell’incredulità e dell’omologazione a Scream succeduta? Scream poteva essere un punto di inizio per l’originalità. Invece è stata la pietra tombale dell’horror mainstream statunitense, al punto da non riuscire a distinguere i suoi seguiti da uno scary movie qualunque.
Voto (2/5): | ![]() |